Ercole Monti
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Ercole Monti
Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline - Milano
La Galleria del Gruppo Credito Valtellinese ospita la prima presentazione al pubblico dell'opera pittorica di Ercole Monti: saranno presenti in mostra circa sessanta opere a olio dagli anni 70 ad oggi, tra cui una piccola sezione di lavori del primo periodo figurativo, risalenti al 1946.
Monti ha condotto la sua pittura in silenzio, in modo appartato, parallelamente alla professione di architetto, attività che ha permesso all'artista, come egli stesso afferma, di "proteggere" la sua arte. Un cinquantennio di vita dedicato alla pittura e trascorso a contatto con i grandi movimenti artistici italiani e stranieri di questo secolo, senza mai curarsi di esporre in pubblico il proprio lavoro.
Le suggestioni pittoriche che Monti ha colto sono state molteplici: la sua formazione, avvenuta a Roma, dove è nato nel 1927, è segnata dall'incontro e dall'amicizia con i pittori romani: Montanarini, Ziveri, Guzzi, Avenali, Socrate, Savelli, Afro.
Nel 1948, interessato, come tanti suoi coetanei, all'aggiornamento sulle correnti pittoriche europee, Monti si reca a Parigi dove elabora scelte individuali che lo distanziano rispetto al cammino dei colleghi romani. Si appassiona a Bonnard ed Ensor, che incontra nel '49 a Ostenda, come in seguito si appassionerà a Permeke e Pirandello, ma senza che nessuna di queste fonti diventi prevalente o troppo riconoscibile all'interno della sua ricerca.
Nel corso dei suoi viaggi ha modo di conoscere molti dei più grandi architetti di questo secolo, tra i quali Alvar Aalto e Carlo Scarpa. La professione di architetto non gli impedisce di dipingere incessantemente. Infatti, negli anni settanta si manifestano nella sua pittura i temi delle grandi spiagge, gialle, grigie, blu. Così lo stesso Monti commenta questo periodo, che risulta quanto mai fecondo per approfondire il suo personale approccio alla pittura:"Ricordo che Iavoravo dal vero: cominciavo a fare un disegno e lo ripetevo cercando di rappresentare non quello che vedevo, ma l'emozione di quello che vedevo. Di seguito facevo un secondo disegno e poi da questo sintetizzavo fino a estrarre l'essenza, l'emozione prima...l'unica cosa che ho capito alla fine e che il solo modo di sopravvivere alla pittura è, nel mio caco, stare a contatto con l'oggetto visibile e renderlo mio dimenticando il visibile. Questa è la parte astratta, e in questo senso ci tratta della stessa libertà informe che trovo anche nel jazz e mi da una gioia immensa".
Sono spesso i luoghi in cui Monti vive e lavora, Roma, Venezia e Ortisei a divenire soggetto dei suoi quadri. Dopo la serie delle spiagge, Monti, elegge Venezia come seconda città e vi trascorre lunghi periodi, dipingendo le grandi tele del Florian, le "Procuratie", le facciate veneziane. le navi, le spiagge del Lido. In seguito realizza la serie di interni romani e le tele montane di Ortisei; negli anni 90 arricchisce il suo repertorio di interni con figure, tavoli, nature morte, nel '95 scopre il motivo dei "campi" e realizza la serie delle grandi terre.
La sua visione pittorica, che si traduce in un'equidistanza tra reale ed astratto ("non mi piace l'astratto, non mi piace il reale, ma quel punto intermedio in cui l'emozione rivela un mondo visibile"), si esprime tramite un colore che spesso diventa il soggetto stesso del quadro; il soggetto viene dopo, il soggetto vero e proprio e la materia che parla, è la matericità dell'opera, il supporto della tela e la qualità, la densità del colore. Sovente, in Monti, l'opera nasce sull'onda della suggestione, dell'ossessione per un colore che spesso compare anche nel titolo (come ad esempio in "Grande campo ocra" del 1996); il colore risulta rilevante anche al punto da contraddistinguere spesso le differenti visioni di uno stesso soggetto (la serie delle spiagge di Alba Adriatica: l'opera del 74 con le sdraio blu e quella "gialla" e "bruna", ambedue del 75).
La pittura di Monti è sempre stata riservata, un fatto privato: "dovevo analizzare dentro di me le cose che scoprivo vivendo, questo mio mondo che si andava formando e accumulando negli anni". Ed e forse per questo motivo che Monti, colo ora, alla soglia dei 70 anni, si e convinto che fosse giunto il momento di presentare al pubblico l'insieme delle sue opere.